2010-07-08 SLO-HR-SRB-RO-MLD-BG-TR-UA-OdeSSA
PARTENZA
Decidiamo di anticipare la partenza a Venerdì 16 luglio; i bagagli sono pronti ed i mezzi sono revisionati perciò alle due del pomeriggio, puntualissimi, anzi, con qualche minuto di anticipo, imbocchiamo la strada che porta al confine con la Slovenia.
Io viaggio con l’inseparabile Vespa PX 150 mentre Sandra, per la prima volta, con la sua Honda SH 150.
La meta è Odessa o, più precisamente, la scalinata Potemskaya. Sto parlando di quella scalinata da dove abbiamo visto precipitare la carrozzina con la neonata, nel film propagandistico di Sergej Ėjzenštejn “ La corazzata Potëmkin”.
L’intenzione è quella di fare più strada possibile nei primi giorni per poter guadagnare chilometri e quindi tempo di cui è sempre un bene averne una piccola scorta.
Anche se la temperatura supera i 34 gradi indossiamo la giacca della Tucano Urbano ed è un bene perché dopo aver percorso una quarantina di chilometri, in prossimità di Logatec ci imbattiamo in un bel temporale che ci accompagnerà per circa mezz’ora fino alle porte di Ljubljana dove ci aspetta nuovamente uno splendido sole.
Superato il confine con la Croazia alle sei del pomeriggio passiamo in prossimità di Zagreb e continuiamo in direzione del confine con la Serbia in direzione di Beograd.
Alle otto di sera siamo a Okucani, il posto previsto per la sosta ma non troviamo traccia né di alberghi ne tanto meno di campeggi. Chiediamo ad un passante dove possiamo trovare un hotel e lui ci dice che qui non ce ne sono e per trovarne uno dobbiamo proseguire fino a Nova Gradisce a venti chilometri di distanza e ci indica la direzione da seguire.
ROMANIA
Il cielo questa mattina è completamente coperto, ma non piove. Dopo aver dato un ultimo sguardo a Sibiu prendiamo la strada statale 14 che porta a Medias (Mediasch) e successivamente a Sighisoara (Schäßburg)
Questa città è famosa soprattutto per aver dato i natali a Vlad Dracul, il sovrano della Valacchia del XV secolo conosciuto come “l’impalatore” ma divenuto ben più famoso grazie allo scrittore irlandese Abraham Stoker detto Bram che nel suo romanzo lo ha trasformato nel “Conte Dracula”.
La città è davvero interessante con le strade lastricate in pietra, ed il centro storico composto da case antiche e ben curate. Vicino alla torre di accesso alla città c’è la casa di Vlad Dracul trasformata dal progresso in un simpatico bar dove ci fermiamo a bere una birra alla salute del conte.
Lasciamo alle nostra spalle Sighisoara prendendo la strada statale 13 in direzione di Brasov (Kronstadt).Lungo il tragitto facciamo diverse soste per visitare le chiese fortificate tipiche di questa zona della Transilvania ed il castello di Rupea, davvero imponente.
Prima di raggiungere Brasov ci fermiamo a mangiare in un ristorante caratteristico lungo la strada dove ci portano un piatto tipico della zona : “la Ciorba de fasole in paine de casa” una minestra di legumi e carne servita in un contenitore fatto di pane, una bontà.
Preso alloggio in un simpatico hotel nella periferia di Brasov andiamo a visitare il centro storico che scopriamo essere abbastanza esteso, poi torniamo in albergo per poter organizzare le visite dei dintorni della città previste per la giornata di domani.
MOLDAVIA
La mattina, quando vado a prendere la Vespa mi accorgo che il pomello del comando starter sporge per 5 centimetri dal suo alloggiamento e così scopro che qualcuno deve averci giocato al punto da rompere il cavetto. Risolvo il problema facendo passare lo spezzone di cavo in mezzo alla guarnizione della sacca e lo fisso alla leva comando rubinetto della benzina, un sistema che funziona sempre.
Alle 9.30 raggiungiamo il confine moldavo che superiamo senza alcun problema e da li percorriamo i 100 Km. che ci separano dalla capitale della Moldavia, Chişinău.
La ricerca dell’alloggio si rivela più difficile del previsto, le pochissime indicazioni che troviamo ci portano prima ad un albergo chiuso poi ad un altro in fase di restauro, così, dopo un’ora, stufi di girare a vuoto, decidiamo di uscire dalla città e cercare un albergo sulla strada che va verso l’Ucraina e proprio li ci imbattiamo nell’Hotel Chisinau, che sembra essere l’unico aperto della capitale.
L’albergo è una costruzione davvero imponente dei primi anni del novecento, le stanze sono grandi piene di tappeti ed hanno anche lo studio, ma tutto è vecchio, e lasciato andare, il solito problema della manutenzione che qui sembra non esistere.
TRANSNISTRIA
Lasciata Chişinău prendiamo la strada R2 che ci porta a Tiraspol ma, ad una decina di chilometri dalla città ci troviamo, inaspettato, un posto di blocco della polizia moldava e subito dopo un vero confine con militari e polizia di confine che indossano divise russe con quei tipici cappelli tondi grandissimi. Mi stupisce vedere alcune soldatesse in tuta mimetica che indossano scarpe con tacchi a spillo alti almeno 8 centimetri, ma qui le cose vanno così.
Le procedure sono lente ed i controlli minuziosi; prima fanno la verifica dei passaporti, poi, da un’altra parte, si devono compilare alcuni formulari in duplice copia per ogni mezzo e pagare una tassa per la loro registrazione.
Dopo un’ora lasciamo il posto di blocco e finalmente entriamo in quella che crediamo sia l’Ucraina. Quello che ci lascia un po’ perplessi è la scritta UAR che c’è su tutte le divise ma è una osservazione a livello di pura curiosità.
Raggiungiamo la prima città , piuttosto grande, e ci fermiamo nel posteggio di un supermercato. Qui vedo che la gente usa nelle banconote che sembrano quelle del Monopoli ed allora mi accorgo che qualcosa non quadra, il confine unilaterale ed insolito, la sigla dello Stato che non conosco, le targhe delle macchine che sono quasi uguali a quelle moldave, il denaro simile a quello del monopoli scritto in cirillico, nessuno che nomina la parola grivna che è la moneta dell’Ucraina; bene, non siamo in Ucraina ma in Transnistria, la parte russa secessionista della Moldavia.
E finalmente quadra tutto anche la grande città che non riuscivo a trovare a ridosso del confine ucraino ed ora identifico con Tighina.
Lasciamo Tighina e dopo una decina di chilometri siamo a Tiraspol che è la sede dell’amministrazione autonoma che governa la Transnistria, poi, senza altre soste, proseguiamo verso il confine con l'Ucraina.
Raggiunto il posto di blocco abbiamo una spiacevole sorpresa perché, espletate le varie formalità, i poliziotti della Transnistria ci chiedono una mancia per lasciarci passare altrimenti mi dicono potrebbero trovare varie irregolarità sui nostri documenti e di conseguenza dovrebbero rimandano indietro che in termini pratici vuol dire allungare di 300 km il nostro tragitto.
Per questo motivo la mancia che mi chiedono è di € 100 per ogni mezzo.
E’ chiaramente un ladro morto di fame ma ha sempre addosso una divisa che lo protegge ed altri due compari anche più affamati di lui. Lo guardo negli occhi e gli dico che non ho tanti soldi, che io viaggio con carte di credito e quei pochi che ho nel portafogli sono tutto il contante di cui dispongo e che più di 20 euro non posso dargli. Dopo una trattativa serrata riesco a limitare il danno a 50 euro dai 200 che mi erano stati chiesti lui mi restituisce i passaporti con un sorriso dicendomi “grazie”.
Finalmente siamo al confine dell’Ucraina dove per entrare non abbiamo trovato alcuna difficoltà.
UCRAINA -ODESSA
Prendiamo la E58 ed alle tre e mezzo del pomeriggio siamo ad Odessa. Qui non è facile muoversi, le indicazioni ed i cartelli stradali sono rarissimi, quei pochi che troviamo sono scritti in cirillico e la gente non capisce una parola di inglese nemmeno quando assomiglia alla loro lingua come port – puort o centrum – zentrum ecc.
Dopo aver fatto un giro della città alla ricerca di un albergo finalmente ne troviamo uno con stanze libere nei dintorni della stazione, il Tokyo Star Hotel con stanze microscopiche dei veri cubicoli ma pulite e molto economico.
Lasciate le nostre cose, andiamo a posteggiare il motorino di sandra in un garage li vicino, poi partiamo in Vespa alla scoperta della perla del mar Nero.
Per prima cosa andiamo al porto dove c'è la vera meta del viaggio, la Scalinata Potëmkin, in origine chiamata anche Gradinata Richelieu di cui c’è un monumento sulla sua sommità. Dopo averla risalita ci soffermiamo sotto il monumento dedicato allo statista francese che fu Governatore della città, poi proseguiamo entrando nel centro storico. Ammiriamo così il teatro della città, la stazione ferroviaria e la bellissima chiesa ortodossa situata nella piazza di fronte la stazione.