Ago
05
2010

BULGARIA

La corsia preferenziale per i cittadini UE esiste, ma non la rispetta nessuno ed il motivo di tanta lentezza sono i minuziosi controlli doganali su ogni mezzo che passa, ricorda molto le file che facevo al confine jugoslavo tanti anni fa!

Mi fermo a parlare con un signore bulgaro che mi dice che è in fila da 5 ore e che spera entro un’altra ora di passare il confine. Passiamo velocemente il controllo, almeno in questo è servito avere documenti europei, ed andiamo a cambiare un po’ di denaro in valuta locale, facciamo uno spuntino ed il pieno di benzina poi imbocchiamo la E80 che porta direttamente a Plovdiv.169 - 05.8.2010 - BG - Plovdiv

168 - 05.8.2010 - BG - PlovdivA mezzogiorno facciamo una sosta pranzo a Harmanli poi riprendiamo il viaggio.

La strada è buona e questo ci permette di mantenere una velocità di marcia costante a 80 Km/h buonissima ed inaspettata. Alle cinque del pomeriggio siamo a Plovdiv città che non offre molto al turista; gran parte delle costruzioni che vediamo sono caseggiati del periodo comunista, tutti uguali, tutti grigi fatta eccezione per la zona pedonale del centro storico, una strada costeggiata da case antiche e da negozi di lusso.

Ci sediamo in un caffè del centro a bere una bibita poi ripartiamo con l’intenzione di guidare ancora per un’ora per poi fermarci nel primo albergo che troviamo.

Nonostante le nostre buone intenzioni dobbiamo proseguire fino a Sofia perché lungo la strada non troviamo nessuna indicazione di alberghi.

Alle nove di sera siamo alla periferia della capitale e troviamo un hotel nuovo davvero bello dove ci fermiamo. Abbiamo guidato per 12 ore percorrendo più di 400 chilometri e siamo stanchi, dopo aver cenato andiamo in camera e ci addormentiamo dopo che Sandra mi ha rifatto 5 medicazioni, una buona ora di lavoro.


Venerdì 6 agosto

 

Dopo aver fatto colazione partiamo, sono le sette del mattino e sappiamo che ci aspetta un lungo e noioso viaggio di avvicinamento a casa. La strada che porta alla circonvallazione della città è pessima e piena di buche molto profonde dovute al traffico dei camion che qui è allucinante. Il confine serbo dista da qui circa 70 Km che percorriamo senza troppi problemi ma raggiunto il confine la scena del giorno precedente puntualmente si ripete. Superiamo centinaia di automobili e camion ed alla fine raggiungiamo il gabbiotto del controllo documenti dove ci lasciano passare senza nemmeno guardarci.

Continuiamo a percorre la E80 e, se anche la qualità della strada è decisamente migliore, non lo è certo il traffico. Alla una del pomeriggio raggiungiamo Pirot dove facciamo una sosta per il pranzo e per riposare un po’ ma il tempo sta cambiando velocemente e nell’arco di un’ora il cielo si è riempito di nuvolosi neri che non promettono nulla di buono.

170 - 06.8.2010 - SRB - Vicino Sicevo

Ci rimettiamo in marcia in direzione di Niš ma percorsi una decina di chilometri si scatena un vero e proprio nubifragio. Mi metto due borse di nylon sulle mani per non bagnare le fasciature e dopo un paio di chilometri riusciamo a raggiungere un caffè/officina dove ci sistemiamo sotto una tettoia e per un’ora aspettiamo che smetta di piovere.

 

La pioggia smette e noi ripartiamo, sembra che sia finito lo stratempo ma è solo una pausa, una seconda perturbazione arriva all’improvviso ed è molto più violenta della precedente con l’aggiunta di grandine. Quando inizia la grandine stiamo percorrendo un tratto di strada che è stata scavata nella roccia in una gola, il traffico è bloccato ma riusciamo a trovare riparo posteggiando i mezzi sotto queste tettoie di pietra.

 

Rimaniamo una buona mezz’ora fermi poi, lentamente, le auto ed i camion cominciano a muoversi ed anche noi possiamo farlo. Ha smesso di piovere ma sappiamo che è una tregua. Proseguiamo per una decina di chilometri guardando il cielo che ogni istante diventa più scuro e, a Sicevo vediamo un albergo dove ci fermiamo, un posto decoroso ed a buon mercato.

Sono le 4 del pomeriggio ed abbiamo percorso in tutto 175 Km, da una parte mi secca dovermi fermare così presto dall’altra so che è l’unica scelta possibile.