BULGARIA
La mia speranza è di riuscire a guidare la Vespa fino alla Turchia o, meglio ancora, la Grecia perché in questi Paesi sono certo di trovare i pezzi di ricambio che mi servono, ma mancano ancora centinaia di chilometri e non so se ce la farò a percorrerli.
Lasciamo Magalia al mattino presto e nell’arco di mezz’ora siamo al confine con la Bulgaria che superiamo senza alcun intoppo. La strada che conduce a Varna non è male, e questo mi permette di guidare un po’ più tranquillo ed anche un po’ più veloce.
Tutta la costa bulgara del Mar Nero è molto turistica e ci sono dei posti davvero belli da visitare.
Facciamo una sosta nella città di Nesebar che è stata dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO ma in realtà è più un mercatino a cielo aperto tra i resti delle fortificazioni in mattoni.
Le cose da vedere non sono molte, i resti di fortificazioni in mattone e le case con una curiosa architettura dove il primo piano della casa è sporgente e fa da tettoia al piano terreno.
Al momento di ripartire mi accorgo che girando la chiave per spegnere il motore questo invece rimane acceso, una nuova seccatura cui non do troppa importanza ma dopo aver percorso un paio di chilometri in direzione della città di Burgas il motore si spegne e non c’è verso di riaccenderlo.
Verificato che c’è benzina nel serbatoio non resta che togliere la sacca e vedere cosa è successo. Appena do uno sguardo al motore vedo che la bobina penzola perché si è rotto il supporto. Tolgo la candela e vedo che non fa scintilla perciò sostituisco la bobina e do una pedalata ma non succede nulla. Controllo i collegamenti e sono tutti a posto, ora non resta che togliere il volano magnete e cambiare tutta l’accensione.
Appena tolgo il volano mi restano in mano due cavi di collegamento alle bobine cosa questa che non potevo vedere da fuori. Finito di rimontare il volano e fissato alla meno peggio la bobina riprendiamo il viaggio.
Percorriamo i 30 Km che ci separano da Burgas e ci sistemiamo subito in albergo dove inizio a chiedere se c’è un posto dove poter riparare i vari guasti e trovare pezzi di ricambio per la Vespa.
Lunedì 2 agosto
Alle otto del mattino, quando stiamo andando a fare colazione, l’impiegata della reception mi dice che ha trovato un meccanico che forse può aiutarci e che ci raggiungerà tra poco.
In realtà è un ragazzo che ha un amico che ripara motorini ma a me va bene qualsiasi cosa tanto pezzi di Vespa qui non ce ne sono, questo amico mi fa strada fino alla sua “officina” e li cerco di farmi capire spiegando il tipo di danno che ho subito.
Il posto è un loculo pieno di pezzi inutilizzabili di motorini, la temperatura, nonostante le prime ore del mattino, è già vicina ai 40° ed io non vedo l’ora di iniziare a lavorare per risolvere almeno un pochi di problemi. Il ragazzo mi fa capire che non ha alcuna possibilità di trovare pezzi per la Vespa, mezzo che lui non conosce, in cambio però lascia a mia disposizione la sua officina. Mi metto subito al lavoro e dopo meno di mezz’ora ho in mano l’ammortizzatore e finalmente so esattamente quello che è successo; con il primo forte colpo si sono rotte le valvoline dell’ammortizzatore, con il secondo il distanziale ha sfondato il fondello.
Smonto la parte lesionata ed in qualche modo la ripristino, a martellate, saldando pezzi di ferro facendo quello che si può, quello che conta è che dopo un’ora la Vespa ha nuovamente un assetto decente ed il viaggio può riprendere.
Tornati in albergo raccogliamo le nostre cose ed alle due del pomeriggio lasciamo Burgas intenzionati a fermarci a Cerevo, una località balneare che dista non più di ottanta chilometri. Per raggiungere il campeggio della cittadina dobbiamo percorrere una strada sterrata in pessime condizioni con buche profonde anche mezzo metro ma, nonostante questo, il posto è affollatissimo.
Visto che il campeggio è tutto occupato ci dicono di metterci li vicino su un prato, la gente è simpaticissima e tutti ci danno una mano, chi indicandoci il posto migliore per mettere la tenda chi offrendoci la loro doccia privata.
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