CRIMEA-ROMANIA
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Dopo aver fatto una buona colazione riprendiamo la strada per Odessa; mancano ancora 200 Km, circa 4 ore, questo ci fa sperare di arrivare in mattinata per poter andare in capitaneria di porto e vedere se ci sono traghetti in partenza e per quale destinazione.
Alle due del pomeriggio siamo negli uffici della Capitaneria di Porto dove un militare gentilissimo fa delle ricerche per noi ma alla fine il risultato non cambia perché non c’è nulla da fare, da Odessa non partono traghetti con trasporto autoveicoli né per la Turchia né per la Bulgaria.
Rassegnati ma consapevoli di averle tentate tutte non ci resta che salire in sella ai nostri potenti mezzi e continuare a costeggiare il Mar Nero.
Facciamo ancora un breve giro nel centro storico per poi prendere la starda che porta alla città di Bilhorod-Dnistrovs'kyi che raggiungiamo a metà pomeriggio e dove decidiamo di fermarci per visitare il bellissimo castello.
Nel centro città troviamo aperto solamente un albergo davvero lussuoso dove prendiamo alloggio. Ci fanno posteggiare gli scooter in un giardino privato con tanto di cancellata di ferro e, appena terminata l'operazione si scatena il diluvio universale.
Aspettiamo un pò ma il tempo peggiora invece di migliorare, non ci resta che andare a cena nel ristorante dell'albergo. Non ci aspettiamo di trovare una taverna a volti nel sotterraneo del palazzo, un posto accogliente e molto bello, forse proprio per questo abbiamo deciso di trattarci bene, una cena con caviale del volga, vino bianco di Crimea ed altre specialità della cucina ucriana, decisamente molto buone.
Venerdì 30 luglio
La giornata è bella ed alle otto del mattino siamo già in viaggio sulla via che porta al confine con la Romania.
La strada è particolarmente disastrata e, qualche chilometro prima di raggiungere la cittadina di Izmail, una buca particolarmente profonda quanto impossibile da schivare distrugge quel poco che resta dell’ammortizzatore posteriore della Vespa che di colpo si abbassa di almeno 5 centimetri.
Arriviamo ad Izmail alle prime ore del pomeriggio e da li proseguiamo verso Reni l’ultima cittadina ucraina prima del confine. A fatica riesco a continuare il viaggio, ed alle tre del pomeriggio siamo al confine dell’Ucraina convinti di entrare in Romania ma non è così, per un tratto di circa un chilometro dobbiamo rientrare in territorio moldavo.
La Vespa è inguidabile, il susseguirsi di buche particolarmente profonde mi obbliga a guidare stando in pedi perché se mi siedo con il mio peso tengo il motore compresso ed appoggiato direttamente sulla carrozzeria.
Sbrigare le varie formalità doganali entriamo finalmente in Romania, e raggiungiamo subito la città di Galati dove ci fermiamo per cambiare un pochi di soldi e qui ho un’altra sorpresa, l’aggancio della sacca si è rotto causa vibrazioni e contraccolpi così con una fascetta stringitubo blocco la sacca alla carrozzeria nella speranza che tenga.
Proseguiamo in direzione di Costanta, la città sulla foce del Danubio, e dopo una quarantina di chilometri, alle otto di sera, ci fermiamo in un albergo lungo la strada che però, essendo uno dei pochi se non l’unico della zona è tutto occupato. Chiediamo al proprietario se ci sono altri alberghi ma lui ci dice che non ce ne sono, bisogna raggiungere Costanta, che dista circa 70 Km.
Gli chiediamo se ci sono campeggi e lui ci dice che non ce ne sono ma, se abbiamo la tenda, possiamo metterci tranquillamente nel terreno di fianco all’albergo e lui ci garantisce anche il controllo del guardiano notturno. Mettiamo la tenda ed andiamo a mangiare qualcosa in albergo, poi andiamo a dormire, abbiamo guidato per 480 Km in condizioni davvero difficili e siamo davvero molto provati.
Sabato 31 luglio
Ci svegliamo all’alba e raccolte le nostre cose facciamo colazione e via, in qualche modo si riparte.
Raggiunta Costanta dopo non poche peripezie troviamo un concessionario che vende moto e gli chiediamo se c’è un service della Piaggio nella città, ma non c’è, ci dicono che che ne esiste uno solo a Bucarest e difficilmente hanno pezzi di ricambio per una Vespa PX.
Uscendo dalla città vedo una grande officina meccanica e decido di fermarmi perchè ho un dubbio che mi tormenta, sono convinto che l’ammortizzatore ha sfondato la staffa di aggancio sulla carrozzeria, ma voglio esserne sicuro perché in questo caso il danno è davvero grave e non è facilmente riparabile.
Il proprietario dell’officina è una persona estremamente gentile e disponibile, quando gli spiego il problema chiama due operai che mi aiutano a portare la Vespa in officina dove, smontato il serbatoio, vedo che il telaio è integro e, tranquillizzato almeno in parte, rimonto tutto e riprendo il viaggio nella speranza di trovare l’ammortizzatore in Bulgaria.
La strada costiera che porta verso il confine con la Bulgaria è ben asfaltata ma la Vespa è quasi ingovernabile tanto balla e vibra così, alle due del pomeriggio stanchi ed anche demoralizzati, decidiamo di fermarci in campeggio a Maglia, una famosa località turistica, dove passiamo il pomeriggio in spiaggia.
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