Lug
25
2010

UCRAINA -ODESSA

075 - 24.7.2010 - UA - Verso Odessa076 - 24.7.2010 - UA - Verso Odessa      Prendiamo la E58 ed alle tre e mezzo del pomeriggio siamo ad Odessa. Qui non è facile muoversi, le indicazioni ed i cartelli stradali sono rarissimi, quei pochi che troviamo sono scritti in cirillico e la gente non capisce una parola di inglese nemmeno quando assomiglia alla loro lingua come port – puort o centrum – zentrum ecc.

       Dopo aver fatto un giro della città alla ricerca di un albergo finalmente ne troviamo uno con stanze libere nei dintorni della stazione, il Tokyo Star Hotel con stanze microscopiche dei veri cubicoli ma pulite e molto economico.

       Lasciate le nostre cose, andiamo a posteggiare il motorino di sandra in un garage li vicino, poi partiamo in Vespa alla scoperta della perla del mar Nero.     

    Per prima cosa andiamo al porto dove c'è la vera meta del viaggio, la Scalinata Potëmkin, in origine chiamata anche Gradinata Richelieu di cui c’è un monumento sulla sua sommità. Dopo averla risalita ci soffermiamo sotto il monumento dedicato allo statista francese che fu Governatore della città, poi proseguiamo entrando nel centro storico. Ammiriamo così il teatro della città, la stazione ferroviaria e la bellissima chiesa ortodossa situata nella piazza di fronte la stazione.


Domenica 25 luglio


Lasciamo i nostri bagagli in stanza ed andiamo nuovamente a fare un giri nel centro della città.

088 - 25.7.2010 - UA - Odessa

079 - 24.7.2010 - UA - Odessa  Raggiunta nuovamente la sommità della scalinata Potëmkin, porto la Vespa fino al primo gradino nel punto in cui nel film la culla con il bambino inizia la sua rovinosa discesa e qui mi faccio fare la fotografia ricordo dell’impresa.

  Tornati all’albergo andiamo a recuperare lo scooter di Sandra nel garage e, caricate le nostre cose, lasciamo Odessa per andare nella Repubblica Autonoma di Crimea.

        Ma da che parte si va? Guardando la mappa della città indoviniamo una strada possibile che ci porta in un’altra strada un poco più grande e così via seguendo indicazioni in cirillico di cui non capiamo nulla.

           Dopo una buona mezz’ora, grazie al gioco delle probabilità che è stato a nostro favore ed anche ad una buona dose di fortuna, imbocchiamo una strada che porta un’indicazione comprensibile, E58, e va nella direzione di Mikolaiv.



E’ una strada decisamente malmessa, a tratti le buche sono tanto profonde da rappresentare un serio pericolo per la guida di un due ruote, a peggiorare la situazione c’è il traffico intenso, la temperatura che è prossima ai 40°C e nuvole sempre più scure all’orizzonte.

Superata Mikolaiv la strada prosegue in direzione di Dzhankoy che dista circa 180 Km da Kherson ma, dopo una quarantina di chilometri siamo costretti a fermarci causa la pioggia torrenziale.

Più volte tentiamo di ripartire ma è impossibile finche sfruttando un momento di pausa tra uno scroscio e l’altro, riusciamo a raggiungere un alberghetto e sistemarci per la notte