PARTENZA
Decidiamo di anticipare la partenza a Venerdì 16 luglio; i bagagli sono pronti ed i mezzi sono revisionati perciò alle due del pomeriggio, puntualissimi, anzi, con qualche minuto di anticipo, imbocchiamo la strada che porta al confine con la Slovenia.
Io viaggio con l’inseparabile Vespa PX 150 mentre Sandra, per la prima volta, con la sua Honda SH 150.
La meta è Odessa o, più precisamente, la scalinata Potemskaya. Sto parlando di quella scalinata da dove abbiamo visto precipitare la carrozzina con la neonata, nel film propagandistico di Sergej Ėjzenštejn “ La corazzata Potëmkin”.
L’intenzione è quella di fare più strada possibile nei primi giorni per poter guadagnare chilometri e quindi tempo di cui è sempre un bene averne una piccola scorta.
Anche se la temperatura supera i 34 gradi indossiamo la giacca della Tucano Urbano ed è un bene perché dopo aver percorso una quarantina di chilometri, in prossimità di Logatec ci imbattiamo in un bel temporale che ci accompagnerà per circa mezz’ora fino alle porte di Ljubljana dove ci aspetta nuovamente uno splendido sole.
Superato il confine con la Croazia alle sei del pomeriggio passiamo in prossimità di Zagreb e continuiamo in direzione del confine con la Serbia in direzione di Beograd.
Alle otto di sera siamo a Okucani, il posto previsto per la sosta ma non troviamo traccia né di alberghi ne tanto meno di campeggi. Chiediamo ad un passante dove possiamo trovare un hotel e lui ci dice che qui non ce ne sono e per trovarne uno dobbiamo proseguire fino a Nova Gradisce a venti chilometri di distanza e ci indica la direzione da seguire.
La strada è stretta ed abbastanza dissestata e passa tra paesetti che portano ancora evidenti i segno del conflitto che ha tormentato questi luoghi. Dopo una buona mezz’ora arriviamo a destinazione dove troviamo subito un hotel nel centro di Nova Gradisce, un posto confortevole anche se non proprio a buon mercato. Lasciati i bagagli andiamo a visitare la cittadina.
La cittadina si sviluppa attorno la piazza principale, una chiesa abbastanza vecchia, alcune case dello stesso periodo della chiesa e finisce li, il resto è anonimo e le costruzioni che vediamo sono degli anni ottanta, tutte uguali, tutte grigie.
Ceniamo nell’unico ristorante aperto che siamo in grado di trovare e la sensazione è che non ce ne siano altri, poi andiamo a dormire, abbiamo guidato tanto e siamo decisamente stanchi.
Sabato 17 luglio
Abbiamo dormito davvero bene vuoi per la temperatura della stanza con aria condizionata vuoi per la stanchezza fatto sta che ci siamo svegliati alle otto e mezzo del mattino, cosa questa davvero insolita per noi.
Fatti i bagagli e caricati sugli scooter facciamo colazione poi riprendiamo l’autostrada per Beograd. Dopo tre ore di viaggio superiamo il confine con la Serbia e procediamo fino alle tre del pomeriggio prima di raggiungiamo ed attraversare la capitale della Serbia e da li proseguiamo in direzione di Niš.
Nel nostro programma di viaggio avevamo previsto fare la seconda sosta a Pozarevac ma raggiunta Smederevo, una cittadina ad una trentina di chilometri prima della nostra meta, vediamo l’indicazione di un campeggio sul Danubio che attira la nostra attenzione.. Imbocchiamo la strada e raggiungiamo Smederevo ma non troviamo nulla, attraversiamo molti paesini molti di essi fantasma ma del campeggio nemmeno l’ombra così, giocoforza, usando le stradine secondarie ci dirigiamo nuovamente verso Pozarevac. Troviamo un bel albergo nella periferia della città poi, scaricate le nostre cose, andiamo verso il centro per vedere come è fatta.
Anche qui tutto ruota attorno ad una strada-piazza con qualche monumento del periodo comunista, un supermercato ed i soliti bar pieni di avventori tanto da farmi credere che sia questa una delle attività principali della gente del posto.
Tornati in albergo ceniamo ed andiamo a dormire, meglio pensare alla giornata di domani ed alle cose che vedremo.
Domenica 18 luglio
E’ una mattina soleggiata quella che ci vede raggiungere le sponde del Danubio abbiamo percorso la strada che separa Pozarevac da Veliki Gradiste e si snoda per 40 chilometri tra boschi di betulle e pini. La cittadina e porto fluviale è molto bella e curata e dopo una breve sosta proseguiamo costeggiando il fiume fino alla fortezza di Golubac che si specchia nelle acque di quel tratto in cui il Danubio si allarga a tal punto da venir chiamato Derdapsko Jezero, il lago di Derdap.
Ci fermiamo a mangiare in un simpatico ristorantino a Tekija, lungo il fiume, abbiamo fatto alcuni tentativi per vedere la Tabula Traiana prima di scoprire che è visibile solo navigando sul Danubio e non dalla strada che si snoda ad un centinaio di metri sopra il livello del fiume.
Seguiamo il Danubio per un centinaio di chilometri prima di arrivare, nel primo pomeriggio, alle Porte di Ferro, la famosa strettoia del fiume e subito dopo alla diga della centrale idroelettrica di Derdap sulla quale passa la strada che fa da collegamento con il confine della Romania.
Il confine è abbastanza incasinato vuoi per i lavori di ammodernamento sul lato romeno vuoi per la burocrazia dei romeni. Noi comunque riusciamo a passare abbastanza velocemente anche grazie agli scooter che ci hanno permesso di superare tutte gli automezzi in fila. Ci fermiamo subito a fare benzina così scopriamo che qui, pur essendo la Romania in Comunità Europea, non accettano Euro ma soltanto Lei.
Per fortuna un ragazzo del posto ci cambia un po’ di soldi e riusciamo a pagare il benzinaio. Dopo una decina di chilometri siamo a Drobeta Turnu Severin, una cittadina abbastanza bella dove però non ci fermiamo e proseguiamo subito sulla E70 che in Serbia è un‘autostrada mentre qui è semplicemente una strada a due corsie molto trafficata soprattutto da camion. Dopo aver passato Strehaia continuiamo per una trentina di chilometri fino a Filesi e da li raggiungiamo senza alcun problema la periferia di Craiova dove si prende uno stratempo davvero violento, prima arriva vento molto forte che solleva nubi di polvere poi si aggiunge una pioggia fortissima.
Facciamo una sosta di fortuna sotto una tettoia aspettando che passi il maltempo per poi attraversare la periferia della città, una zona piena di scheletri di industrie spesso abbandonate e decisamente in completo degrado.
Arrivati in città troviamo alloggio in un hotel della prima periferia. Ci stupisce il vedere che Cracovia è una città grande ed anche molto bella, il centro storico è costituito da imponenti edifici di fine ottocento inizi novecento.
Ci colpisce il vedere che ci sono moltissimi cani randagi che girano in gruppo e passano il tempo a rincorrere le automobili abbaiando come matti tentando di azzannarne le ruote. Ben presto da spettatori diveniamo protagonisti così, sollevate le gambe per evitare di essere morsi, ci diamo alla fuga accelerando a più non posso.
Lunedì 19 luglio
Iniziamo la giornata prendendo la strada che porta a Potesti e dopo una quarantina di chilometri, poco prima di raggiungere la cittadina di Slatina, prendiamo la strada 65 in direzione di Ramnucu Vallea. Da questo momento entriamo in quella parte della Transilvania dove la gente è prevalentemente di origine tedesca, si parla ancora oggi il tedesco ed anche le città hanno una duplice designazione.
Proseguiamo percorrendo la strada che si snoda tra bellissimi paesetti caratteristici con le case con i colonnati in pietra ed i tetti fatti a cuspidi di base rettangolare.
Fatta una sosta a Ramnucu Vallea procediamo fino a Caciulata dove ci fermiamo a pranzare, il posto è bello ma decisamente turistico e da l’impressione di essere una Cortina d’Ampezzo romena. Appena fuori dalla cittadina si trova il Monastero di Cozia, una costruzione del XIV secolo (1386) dove ci fermiamo per ammirarne gli affreschi.
Nel primo pomeriggio arriviamo a Sibiu (Hermannstadt) che è stata dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO ed è la nostra meta di oggi.
La città è davvero bella ed ancor di più lo sono le grandi piazze collegate tra loro , le grandi chiese, i monumenti ed i suntuosi palazzi che ne abbelliscono le strade principali.
La sera torniamo in campeggio mentre dal cielo nuvoloso arrivano tuoni e fulmini. Durante la visita della città c’è stata una tromba d’aria proprio nelle vicinanze del nostro campeggio lasciando la strada coperta di arbusti, foglie e rami anche molto grossi.
Poco dopo essere entrati in tenda si scatena un altro temporale con vento molto forte e pioggia battente, ma per fortuna la tenda regge e la nostra stanchezza ci fa addormentare lo stesso.
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